TORINO CITTÀ INDUSTRIALE
Torino Città Industriale è una rassegna che rende omaggio alla sua città, Torino, e al suo paesaggio sonoro, attraverso un aspetto celebrativo del Rumore, declinato in ogni forma espressiva.
Torino trainò l’intera nazione verso il progresso, rappresentando in Italia, l’idea di capitale industriale in senso classico e oggi, che quasi tutto è cambiato (e svanito), ha incorporato nella propria realtà vocazioni, come quella culturale, in grado di traghettarla oltre la “monocultura industriale”.
Partendo da queste riflessioni, il progetto analizzerà la portata estetica del Rumore, non più considerato unicamente elemento di disturbo, bensì un’attitudine e parte integrante del soundscape della quotidianità. In qualsiasi situazione si può udire qualcosa. Lo aveva evinto anche John Cage durante i suoi esperimenti. Aveva dimostrato che anche in una camera anecoica non esiste il silenzio perché puoi sentire i rumori/suoni del tuo corpo. Il rumore è utile alla musica quanto le note: “La musica è in primo luogo nel mondo che ci circonda. In una macchina da scrivere, nel battito del cuore e soprattutto nei silenzi. Dovunque ci troviamo, quello che sentiamo è rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba. Quando lo ascoltiamo ci rendiamo conto che ci affascina”.
Da un punto di vista sociologico, le esperienze musicali legate al Rumore, a partire dagli anni ’80, sono accomunate da uno spirito di resistenza sociale, indipendente, incontaminato, sia da un punto di vista tecnico-espressivo che di mercato. Tale riflessione investe anche i luoghi di cultura contemporanei, periferici o non convenzionali, con la loro funzione di aggregatori di comunità e leve di sviluppo sociale, culturale ed economico per i territori urbani. Così, la rassegna coinvolgerà il pubblico per due giorni, dal mattino alla notte, a fare esperienze percettive, immergendosi nelle pratiche più innovative che animano la nostra città, i cui linguaggi (audiovideo, danza, djing, perfoming arts, cultura DIY, …) si contamineranno tra loro e con l’ambiente, dando vita a un luogo “polifonico” inedito fatto di sperimentazione artistica, relazioni e con un risvolto formativo e di po- tenziamento di abilità tecniche specifiche, curato dai partner Martin Pas (synth modulari, cultura D I Y ) ; Audio Hacklab (autoproduzione, pratiche artistiche, hacking); O.F .F . Studio e NoMad STUDIO (studio di registrazione, produzione). La rassegna intende aumentare la sensibilità verso i suoni di ogni tipo, verso i paesaggi sonori urbani e affinare le nostre attitudini di ascolto e di produzione sonora.