MOTTA

MOTTA

Domenica 29 agosto, sPAZIO211, h.21:30
Domenica 29 agosto, sPAZIO211, h.21:30, ticket

E’ uscito il 30 aprile, su etichetta Sugar, “Semplice”, il nuovo album di Motta.
Anticipato dall’uscita del primo contenuto “E poi finisco per amarti”, il nuovo disco racconta un nuovo percorso di crescita sia personale sia artistico di un artista che cerca di far pace con le proprie contraddizioni attraverso un processo di semplificazione e di ritorno alle cose semplici.
Motta è un artista live e la sua crescita umana e professionale è avvenuta sopra i palchi, per cui questo momento di ripartenza, questo nuovo concerto, assume per l’artista una connotazione ancora più forte e viscerale.
Per il suo nuovo disco Motta riparte dall’attenzione nei confronti delle piccole cose, dall’importanza di ogni attimo vissuto, dalla quotidianità in quanto dimensione che sfugge, ma sempre presente e fondamentale per quel che sarà. Il suo volto non compare in copertina: siamo a una sintesi che è in sé una nuova fase in cui l’autore compie un passo indietro per lasciare che a parlare siano le canzoni, parole e musica che cogliendo stati d’animo, emozioni, immagini fugaci, più che raccontare una storia tratteggiano un’interiorità che dialoga con se stessa e riflette sulle proprie incongruenze per accoglierle in un abbraccio.
Il disco si apre con una dichiarazione di intenti, con cui Motta palesa la sua urgenza di crescere sia come persona, sia come artista e racconta del cambiamento di prospettiva rispetto alle storie che narra. Prosegue raccontando l’amore, l’amicizia, l’accettarsi e cercare di accettare anche le proprie contraddizioni. Si chiude con un brano diverso, scritto insieme a Dario Brunori, una canzone che parla di amore, di inquietudini, di nuove consapevolezze con un lungo finale strumentale, uno sfogo elettronico-percussivo che, come in un rituale catartico, celebra la cosa più semplice, ma più difficile da catturare che ci sia: la libertà di essere ciò che si è.
Musicalmente “Semplice”, prodotto dallo stesso Motta, nel suo studio di Roma, insieme a Taketo Gohara, è un disco suonato, energico e potente dietro al quale c’è stato un grande lavoro di produzione volto ad ottenere un suono stratificato, pieno e di respiro internazionale, con una grande cura per i dettagli e un modo originale di arrangiare attraverso gli archi. Una produzione articolata nella quale emerge chiara, semplice ed in primo piano, la voce e che, rispetto ai due lavori precedenti, rispecchia la volontà di avvicinare sound e arrangiamenti alla dimensione live intesa come fondante. Tra i musicisti coinvolti, molto presenti nella registrazione, il percussionista brasiliano Mauro Refosco (David Byrne , Red Hot Chili Peppers, Atom For Peace,…) e il bassista Bobby Wooten (David Byrne) che han lavorato con Motta da remoto da New York.
Gli artisti, oltre a raccontare il presente, possono aiutarci ad immaginare il futuro, a guardare avanti oppure oltre. Per Motta, la strada da percorrere per pensare al futuro, in modo diverso e costruttivo, passa attraverso un processo di semplificazione, perchè, in fin dei conti, semplice è la vita nella sua essenza.

Project