sPAZIO211
Sabato 26 agosto 2017
apertura porte: ore 18:00
inizio concerti: ore 19:00
fine concerti: ore 23:00
prezzo biglietto singolo: euro 25,00
WRONGONYOU
GIORGIO POI
PERFUME GENIUS
RICHARD ASHCROFT
“Nessuno può dirsi mentalmente sano su questa terra. These are songs of experience, baby…”
Richard Ashcroft, inglese di Wigan, a mezza strada tra Liverpool e Manchester, detto “Mad Richard” per il suo carattere esuberante e imprevedibile, ritorna con la sua musica e il suo modo unico di cantare che lo ha reso uno dei cantautori più prodigiosi e importanti della sua generazione.
Era il 2005 quando, sul palco del Live8 di Londra, Chris Martin dei Coldplay presentò Richard Ashcroft “il cantante più bravo del mondo”, aggiungendo che era sempre lui l’autore di “Bitter Sweet Symphony”, la più bella canzone mai scritta (esattamente 20 anni fa nell’estate del 1997), contenuta in “Urban Hymns”, l’album più famoso dei Verve, una delle poche band che hanno lasciato un segno reale nella storia del pop mondiale.
“Siamo in un’epoca nichilista, occorre riflettere sulla società in cui viviamo, ma voglio anche immaginare e progettare un senso di speranza”, Richard Ashcroft è un fiume in piena che non perde la voglia di raccontare la propria storia, e lo farà in data unica italiana a TODAYS.
Altre storie, storie di delicatezza e sensibilità a fior di pelle tradotta in linguaggio pop universale, quelle dietro cui si cela Perfume Genius, degno erede di David Bowie, Marc Bolan e Prince, un artista capace di proiettare e contemplare quella serenità che ci farà sussultare i cuori di gioia con il suo nuovo capolavoro “No Shape”, già disco dell’anno.
E poi? C’è Giorgio Poi…giochi di parole e sonorità oniricamente pop che danno forma al suo “Fa niente”, primo album solista che frulla Battisti e psichedelia spazzando via tutto il rituale, retorico melodramma italiano. E il diversamente folk Wrongonyou: il suo talento fuori dal coro è già arrivato oltre confine (suonerà al Primavera Sound), sembra canadese, ma è di Grottaferrata, veste e suona come Bon Iver e nel suo nome gioca con gli errori di grammatica evocando storie dai paesaggi montani, tra ghiaccio e terra, ciascuno alla ricerca del proprio alter ego.