In occasione di TODAYS Festival 2016, il Museo Nazionale del Cinema dedica un ampio omaggio al regista John Carpenter che sarà protagonista il 26 agosto di uno dei live più attesi della manifestazione.
Al Cinema Massimo, nei giorni successivi, passeranno in rassegna i suoi film più celebri, quelli che hanno contribuito a farne un maestro indiscusso del cinema di genere, il regista che meglio di tutti ha saputo reinterpretare l’insegnamento dei suoi maestri (Howard Hawks, Alfred Hitchcock, Raoul Walsh e Orson Welles), mescolandoli in modo del tutto autoriale alla sua passione per i film di genere di serie b degli anni Cinquanta. Ne sono una prova i suoi film d’esordio. Dark Star (1974), che anticipa l’ambientazione postmoderna determinante nei film successivi, e Distretto 13. Le brigate della morte (1976), western metropolitano a basso budget immerso nella cultura americana degli anni Settanta con cui si appresta a rivoluzionare tutte le regole del cinema di genere hollywoodiano, dopo che George Romero, otto anni prima, aveva re-inventato l’horror con La notte dei morti viventi.
John Carpenter ha creato alcuni dei più intensi, geniali, influenti e fortunati film della storia del cinema. Nessuna sbavatura, nessuna concessione, spiazzanti per impatto ed essenzialità. Poche parole e molta azione, anche se i dialoghi, intrisi di ironia, humor e frecciate politiche, ben descrivono le situazioni spesso claustrofobiche in cui sono intrappolati i suoi personaggi. Carpenter sfrutta le forme usuali della narrazione popolare per sviluppare una profonda riflessione sull’immagine e sulla sua ambiguità, in cui bene e male si confondono e si sovrappongono, senza mai una definitiva liberazione. Così in Halloween (1978), uno dei film indipendenti di maggior successo di sempre, La cosa (1982), Il signore del male (1987), Essi vivono (1988), Il villaggio dei dannati (1995) e Fantasmi da Marte (2001), solo per citare alcune delle opere più significative.
Sarebbe tuttavia riduttivo identificare John Carpenter solo come regista di horror o di fantascienza, dal momento che i suoi film, profondamente influenzati dal western, si pongono come sguardo critico e iperbolico sul mondo contemporaneo, con tutte le ansie legate ai problemi sociali e razziali dell’America dei nostri tempi.